sabato 23 maggio 2009

HO VISTO L'AQUILA.............

Questa lettera è stata scritta da Andrea Gattinoni, un attore che si trovava a L’Aquila per presentare un film.
Le parole sono dirette a sua moglie ma rappresentano un’efficace testimonianza per tutti quelli che a L’Aquila non ci sono ancora stati.
Ho ricevuto questa lettera da Monica Da Vià che non è l'inviata in una zona di guerra, come sembrerebbe leggendo il drammatico contenuto del testo, bensì uno degli amministratori del gruppo "L'Aquila e le sue verità nascoste" su Facebook.
E' la realtà.
Le stesse cose mi sono state raccontate da un amico in servizio presso la caserma dei pompieri di Torino che ha passato due settimane a L'Aquila con la sua squadra. Si fa di tutto per mantenere nell'oblio la condizione degli aquilani.
C'è solo un modo per contrastare l'informazione di regime: Diffondere, Diramare e Divulgare.
Le tre 'D' che salveranno il Paese.
 
FATE GIRARE.

Ho visto l’Aquila. Un silenzio spettrale, una pace irreale, le case distrutte, il gelo fra le rovine. Cani randagi abbandonati al loro destino. Un militare a fare da guardia ciascuno agli accessi alla zona rossa, quella off limits. Camionette, ruspe, case sventrate. Tendopoli. Ho mangiato nell’unico posto aperto, dove vanno tutti, la gente, dai militari alla protezione civile. Bellissimo. Ho mangiato gli arrosticini e la mozzarella e i pomodori e gli affettati. Siamo andati mentre in una tenda duecento persone stavano guardando “Si Può Fare” . Eravamo io, Pietro, Michele, Natasha, Cecilia, AnnaMaria, Franco e la sua donna.
Poi siamo tornati quando il film stava per finire. La gente piangeva. Avevo il microfono e mi hanno chiesto come si fa a non impazzire, cosa ho imparato da Robby e dalla follia di Robby, se non avevo paura di diventare pazzo quando recitavo.
Ho parlato con i ragazzi, tutti trentenni da fitta al cuore. Chi ha perso la fidanzata, chi i genitori, chi il vicino di casa. Francesca stanno malissimo. Sono riusciti ad ottenere solo ieri che quelli della protezione civile non potessero piombargli nelle tende all’improvviso, anche nel cuore della notte, per CONTROLLARE. Gli anziani stanno impazzendo. Hanno vietato internet nelle tendopoli perché dicono che non gli serve. Gli hanno vietato persino di distribuire volantini nei campi, con la scusa che nel testo di quello che avevano scritto c’era la parola ‘cazzeggio’. A venti chilometri dall’Aquila il tom tom è oscurato. La città è completamente militarizzata. Sono schiacciati da tutto, nelle tendopoli ogni giorno dilagano episodi di follia e di violenza inauditi, ieri hanno accoltellato uno. Nel frattempo tutte le zone e i boschi sopra la città sono sempre più gremiti di militari, che controllano ogni albero e ogni roccia in previsione del G8. Ti rendi conto di cosa succederà a questa gente quando quei pezzi di ***** arriveranno coi loro elicotteri e le loro auto blindate? Lì???? Per entrare in ciascuna delle tendopoli bisogna subire una serie di perquisizioni umilianti, un terzo grado sconcertante, manco fossero delinquenti, anche solo per poter salutare un amico o un parente. Non hanno niente, gli serve tutto. (Hanno) rifiutato ogni aiuto internazionale e loro hanno bisogno anche solo di tute, di scarpe da ginnastica. Per far fare la messa a Ratzinger, il governo ha speso duecentomila euro per trasportare una chiesa di legno da Cinecittà a L’Aquila.
Poi c’è il tempo che non passa mai, gli anziani che impazziscono. Le tendopoli sono imbottite di droga. I militari hanno fatto entrare qualunque cosa, eroina, ecstasy, cannabis, tutto. E’ come se avessero voluto isolarli da tutto e da tutti, e preferiscano lasciarli a stordirsi di qualunque cosa, l’importante è che all’esterno non trapeli nulla. Berlusconi si è presentato, GIURO, con il banchetto della Presidenza del Consiglio. Il ragazzo che me l’ha raccontato mi ha detto che sembrava un venditore di pentole. Qua i media dicono che lì va tutto benissimo. Quel ragazzo che mi ha raccontato le cose che ti ho detto, insieme ad altri ragazzi adulti, a qualche anziano, mi ha detto che "quello che il Governo sta facendo sulla loro pelle è un gigantesco banco di prova per vedere come si fa a tenere prigioniera l’intera popolazione di una città, senza che al di fuori possa trapelare niente". Mi ha anche spiegato che la lotta più grande per tutti lì è proprio non impazzire. In tutto questo ci sono i lutti, le case che non ci sono più, il lavoro che non c’è più, tutto perduto.
Prima di mangiare in quel posto abbiamo fatto a piedi più di tre chilometri in cerca di un ristorante, ma erano tutti già chiusi perché i proprietari devono rientrare nelle tendopoli per la sera. C’era un silenzio terrificante, sembrava una città di zombie in un film di zombie. E poi quest’umanità all’improvviso di cuori palpitanti e di persone non dignitose, di più, che ti ringraziano piangendo per essere andato lì. Ci voglio tornare. Con quella luna gigantesca che mi guardava nella notte in fondo alla strada quando siamo partiti e io pensavo a te e a quanto avrei voluto buttarmi al tuo collo per dirti che non ti lascerò mai, mai, mai.
Dentro al ristoro privato (una specie di rosticceria) in cui abbiamo mangiato, mentre ci preparavano la roba e ci facevano lo scontrino e fuori c’erano i tavoli nel vento della sera, un commesso dietro al bancone ha porto un arrosticino a Michele, dicendogli ‘Assaggi, assaggi’. Michele gli ha detto di no, che li stavamo già comprando insieme alle altre cose, ma quello ha insistito finché Michele non l’ha preso, e quello gli ha detto sorridendogli: "Non bisogna perdere le buone abitudini".
Domani scriverò cose su internet a proposito di questo, la gente deve sapere.
Anzi metto in rete questa mia lettera per te.


 Andrea Gattinoni, 11 maggio notte. 

giovedì 12 febbraio 2009

giovedì 1 gennaio 2009

ALITALIA ALL'ESTERO

RIPORTO UN INTERVENTO VALIDISSIMO CHE HO TROVATO SU UN BLOG FAMOSISSIMO ITALIANO:


Primo “STREPITOSO SUCCESSO” del “GOVERNO ITALIANO” per il 2009.

A quanto sembra l’accordo con “AIR FRANCE-KLM È FATTO”, la compagnia Francese entrerà nel capitale “CAI/ALITALIA” con il 25% per “BEN 310 MILIONI” di euro, restano solo alcuni dettagli da definire.

Complimenti “MONSIEUR SPINETTA” con “SOLI 310 MILIONI” di euro è riuscito a mettere le mani su “ALITALIA”, alle migliori condizioni possibili per “AIR FRANCE-KLM” e alle peggiori possibili per gli Italiani.

Il “BOTTEGAIO DI ARCORE” con i “COMAGNI DI MERENDE” della “CAI/ALITALIA” sono riusciti:

1) A ripulire “L’ALITALIA” dai debiti mettendoli a carico dei contribuenti Italiani.
2) A ripulire “L’ALITALIA” da quei “FASTIDIOSI INSETTI” che infestavano la compagnia “CHIAMATI SINDACATI”.
3) A creare il “MONOPOLIO DELLE ROTTE AEREE INTERNE IN ITALIA”.
4) A legare le mani e piedi al “AUTORIÀ ANTI TRUST”.
5) A scegliersi il personale che più gradivano a condizioni peggiori della media Europea.
6) A “RIDIMENSIONARE L’HUB INTERNAZIONALE DI MALPENSA” che tanto infastidiva la compagnia “AIR FRANCE-KLM”.

Per quanto riguarda il “BASTONE DEL COMANDO” è chiaro a tutti che “FORMALMENTE RESTERÀ IN ITALIA” “PER SALVARE LA FACCIA DEL GOVERNO”, ma le decisioni verranno prese a “PARIGI o ASTERDAM”, avendo la compagnia “AIR FRANCE-KLM” il 25% del capitale e diventando in questo modo “IL SOCIO DI RIFERIMENTO PRINCIPALE”, gli altri soci Italiani con le “PEZZE AL CULO” della “CAI/NUOVA ALITALIA”, non dovranno fare altro “CHE ADEGUARISI” alle “DECISIONI PRESE AL ESTERO”, al massimo potranno contrattare il “BUONO USCITA” dalla compagnia aerea alle condizioni imposte da “AIR FRANCE-KLM”.

COMPLIMENTI “CAVALIERE” è riuscito a vendere “L’ALITALIA”, “AGLI STRANIERI” alle “CONDIZIONI PEGGIORI PER GLI ITALIANI”.

“ALLA FACCIA” del “GRANDE IMPRENDITORE ITALIANO” e della “PROMESSA ELETTORALE” di: “MANTENERE L’ITALINAITÀ della COMPAGNIA AEREA di BANDIERA”

venerdì 21 novembre 2008

FREE BLOGGER UNITED F.B.U.

Dal Blog del deputato R.Cassinelli....... "la sua nuova proposta di legge...."

La falla più pesante, in particolare, si troverebbe nella nuova definizione di prodotto editoriale "pubblicato nella rete Internet". Perché un sito venga considerato in questo modo, infatti, deve valere una qualsiasi di sette condizioni. Tra queste non c'è solo la sussistenza di una redazione giornalistica o la riproposizione su web dei contenuti di un giornale cartaceo, ma anche quanto previsto dal "punto b" dell'articolo 2 comma 1, un assai più generico "il gestore o gli autori delle pagine ne traggano profitto". Questa definizione, associata al fatto che la proposta legge si applicherebbe a pressoché qualunque sito si focalizzi su "la pubblicazione o la diffusione di notizie di attualità, cronaca, economia, costume o politica" si può tradurre, dicono gli esperti consultati da Punto Informatico in queste ore, in nuovi obblighi per qualsiasi sito il cui gestore tragga profitto di qualsiasi genere (non solo economico) dalla propria attività.

se volete informateVi:

http://punto-informatico.it/2481209/PI/News/siti-web-registrare-nuova-proposta-legge.aspx

CARO DEPUTATO COME VEDE, NOI BLOGGER NON CI INCHINIAMO A NESSUNO, ANZI....PIU' CI PRENDETE PER IL C..., PIU' CI SENTIAMO DI SCRIVERE.......

SE VOLETE SCRIVERLGLI UN MESSAGGIO:
cassinelli_r@camera.it

NON SCRIVETEGLI SUL BLOG, TANTO IL MODERATORE NON PUBBLICA NESSUN COMMENTO.......E CI CREDO, CHISSA' COSA GLI SCRIVONO.... QUINDI VI CONSIGLIO VIVAMENTE LA SUA EMAL PERSONALISSIMA.

CIA CIA

mercoledì 22 ottobre 2008

Machina Vettoriale

la ia ultima fatica..... secondo me la parte piu interessante sta negli ultimi minuti.... vabò ma a final è piacevole anche l'inizio.... cià

mercoledì 1 ottobre 2008

copiate, incollate, fate sapere a chi non sa

A parte la musichetta iniziale e finale molto simpatica di questo video, io mi vorrei spiegare come CAZZO si fa a volere una mostruosità di queste dimensioni... ma per estrarre la bile dalle loro carni per fare gli shampii o le bibite questi ANIMALI devono soffrire per 20 anni????? SOFFRIRE PER VENTI LUNGHI ANNI?? Ma ci sarà una legge divina, SI o NO??? SE E' SI DICO IO....DOVE SEI??? FATTI SENTIRE...FACCI SPARIRE

sabato 30 agosto 2008

It’s very sick

«It’s very sick»: è molto malato. Con questa espressione, in Zimbabwe, la gente indica chi è malato di Aids, tabù quasi innominabile per scaramanzia. Ma la frase usata per la “maledizione” che incombe su circa il 35-40% della popolazione del Paese, colpendo soprattutto chi è nella fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni, potrebbe descrivere anche la situazione attuale di questa terra: oggi scarna, debole, malnutrita, incerta sul futuro politico e socio-economico, fino a dieci anni fa Paese sicuro, stabile, con un buon tasso di scolarizzazione e personale medico qualificato.

In attesa della tempesta
Su quello che era il granaio d’Africa, oggi incombe lo scheletro della fame per la pesante crisi economica: «Circa l’80% della popolazione riceve aiuti alimentari. Prima della riforma agraria del 2000 si produceva ed esportava grano, tabacco e cotone, in cambio di valuta estera. Oggi i pagamenti sono solo in dollari locali e c’è chi specula su cambio illegale di valuta e mercato nero. L’80% della popolazione è disoccupata. Chi ha un posto di lavoro è in uffici statali, fabbriche o negozi, non sa per quanto, dopo due ore potrebbe rimanere per strada. La classe media, legata ad attività artigianali e commerciali, è ridotta all’osso. La gente non può pianificare il futuro. La vita scorre nell’incertezza e nella precarietà costante. Una sorta di quiete in attesa della tempesta». A descrivere il volto umano dello Zimbabwe è il dottor Marco Cernuschi. Medico specializzato in chirurgia generale e vascolare, da quasi trent’anni lavora per organizzazioni internazionali e ong italiane, spostandosi nel Sud del mondo. Alle spalle esperienze in Rwanda, Tunisia, Sri Lanka, Eritrea, Afghanistan, Sudafrica e Zimbabwe appunto. In questo Paese ha messo radici con la famiglia dal 1991. Medico chirurgo per il Queen Mary Hospital di Kadoma, consulente chirurgo per sette ospedali del Mashonaland West a Nord del Paese, responsabile dell’attività clinica e della formazione post-universitaria nel dipartimento di chirurgia dell’Università di Harare, da gennaio 2008 è responsabile per il Cesvi del sostegno al sistema sanitario distrettuale nei distretti di Bindura e Mazowe.

La lotta all’Aids
Progetto triennale, inserito nel programma sanitario e sociale “Fermiamo l’Aids sul nascere” – avviato in Zimbabwe dal Cesvi nel 2001 ed esteso in altri Paesi africani per ridurre la trasmissione del virus dalle mamme sieropositive ai neonati con terapia antiretrovirale – è di supporto sia clinico agli ospedali rurali sia di formazione al personale paramedico. Iniziato a fine agosto del 2007, si rivolge a circa 40 centri rurali di Bindura e Mazowe, nel Mashonaland Central, per un totale di 250 mila abitanti beneficiari. L’obiettivo è garantire il servizio sanitario minimo alla popolazione, educare alla prevenzione contro l’Aids e attuare corsi di formazione per il personale paramedico locale. «Negli ospedali rurali – racconta Cernuschi – mancano medicinali, attrezzature adeguate e personale medico qualificato». Su richiesta del governo il progetto attiverà corsi di formazione gestiti da operatori sociali locali e riguardanti prevenzione della trasmissione materno-infantile dell’Aids; gestione delle scorte di farmaci; vaccinazioni. La fuga dei cervelli, in ambito sanitario e scolastico, è dovuta alla crisi economica, causata dalla riforma agraria. «Ridistribuire le terre era necessario, ma è stato mal gestito. Lo scenario si è aggravato»: proprietari terrieri bianchi espropriati delle proprie aziende agricole, a casa circa 200 famiglie di braccianti. Le terre prima produttive e controllate per il 90% dalla minoranza bianca ora sono ridistribuite secondo criteri clientelari o addirittura incolte. La produzione agricola da industriale è retrocessa alla sussistenza, «mancano gli investimenti e l’esperienza dei farmer, i produttori agricoli bianchi». Questi ritornano in città o espatriano verso i Paesi confinanti (Zambia e Mozambico), dove il governo ha concesso loro terre per 90 anni, così da incrementare produzione e sviluppo. E in Zimbabwe? Carenza di cibo, mancanza di lavoro, inflazione al 150 mila per cento. Mostrando un biglietto da 10 milioni di dollari stampato dalla Banca dello Zimbabwe il primo gennaio 2008, Cernuschi testimonia: «Gli stipendi perdono potere d’acquisto due volte al giorno. Dieci milioni di dollari zimbabwani sono pari a 15 centesimi di dollaro americano. Se all’inizio d’aprile 40 milioni di dollari locali erano pari ad un dollaro americano, dopo una settimana il cambio è salito a 60 milioni». Conseguenza: bocche affamate, mani di bambini tese agli angoli delle strade per chiedere l’elemosina, aumento della delinquenza nei centri urbani, donne che si prostituiscono. Camionisti e soldati malati di Aids. I rapporti sessuali sono la principale causa di contrazione del virus dell’Hiv. Madri contagiate partoriscono figli infetti. Giovani orfani dell’Aids soli o affidati ai nonni, costretti a lavorare per mantenere i nipoti. Per sgravare questo squilibrio sociale è stata aperta dal Cesvi, in coordinamento con due ong locali, la Casa del Sorriso di Harare. Centro diurno, accoglie orfani e ragazzi di strada. Aids, fame, disoccupazione: è la spirale dannata di una situazione sociale squilibrata e deteriorata per la mala gestione di un Paese dalle alte potenzialità per infrastrutture, risorse, turismo. Per alleviare la situazione bisogna investire sulle teste della gente più che in strutture». Cernuschi non si sostituisce ai medici locali, ma li affianca negli interventi istruendoli, «così da renderli autonomi il prima possibile».

Per il progetto sanitario gestito dal Cesvi insieme ai partner locali come l’ospedale Saint Albert, nelle zone rurali l’infermiera italiana Carolina Gurdian affianca il personale paramedico nella cura di malattie, come malaria, dissenteria, influenza, polmonite, nelle vaccinazioni stabilite dal governo, nei reparti di maternità e lo istruisce in prevenzione ed educazione sanitaria contro l’Aids. Negli ospedali di distretto, invece, il dottor Cernuschi esegue insieme ai medici locali interventi ortopedici, ginecologici, ernie, appendiciti: «In Africa ho imparato a riciclarmi. Devi adattarti e ingegnarti a svolgere di tutto con strumenti non appropriati. Se l’operazione è urgente e non c’è nessuno oltre a te, non hai alternativa. Si salta il fosso». Ciò che appartiene alla storia della medicina e ai libri universitari, in Africa diventa realtà. Cernuschi ricorda l’intervento ad un bambino di dieci anni per occlusione intestinale «dovuta a vermi e parassiti, malnutrizione e carenza di igiene. Si parla dell’Africa Africa, quella abbandonata tra terra battuta e capanne di paglia».

da "l'eco di Bergamo"
di Daniela Morandi

giovedì 21 agosto 2008

Siamo tutti degli IPOCRITI_NAZIONALISTI_FASCISTI

Copio, incollo e quoto l'ultimo post di Beppe Grillo perchè rispecchia in TOTO il mio pensiero, mentre ci dimentichiamo di tutte ste morti incredibili....ed il CIO non permette neppure la bandiera a mezz'asta per la Spagna....che contraddizione queste Olimpiadi Nazionaliste, vero?

"Le Olimpiadi di Pechino, ma anche quelle precedenti, lo confesso, mi danno la nausea. Le abolirei. Sono un fantastico baraccone economico che gira il mondo ogni quattro anni. Dove arriva il circo si costruiscono stadi, strade, grattacieli, metropolitane, intere città. Le Olimpiadi sono un trionfo, un orgasmo del cemento.
La torcia accesa non è più simbolo di pace. Il mondo continua le sue guerre, i suoi stermini a sei cerchi. Il Tibet e lo Xinjiang sono finiti sotto il tappeto degli sponsor. La Georgia e l’Ossezia sono stati eventi fastidiosi, hanno tolto spazio al tennis da tavolo e al nuoto sincronizzato. Le Olimpiadi sono un treno impazzito. Se chiedete al macchinista qual è la prossima stazione non saprà rispondervi.
Delle Olimpiadi mi infastidiscono i record fasulli, gli sport olimpici praticati da quattro gatti, gli atleti dopati, l’entusiasmo a comando degli spettatori, le premiazioni in fila per tre. Più di ogni altra cosa, però, è il nazionalismo che mi manda in bestia. Il nazionalismo dello sportivo che piange all’alzabandiera, con la mano sul cuore, lo sguardo perso verso l’alto. Il nazionalismo dei media che danno spazio sempre agli atleti nazionali, anche di discipline improbabili (conoscete qualcuno che giochi a badminton?), anche se lontani dal podio. Le Olimpiadi sono una guerra simulata.
Vorrei atleti senza bandiere. Senza sponsor. Senza un Presidente che li saluta alla partenza e li riceve al ritorno da trionfatori. Vorrei che chi usa i suoi eserciti per uccidere altri esseri umani DURANTE le Olimpiadi sia espulso con infamia e per sempre dai Giochi. I russi che hanno invaso la Georgia, gli americani che occupano l’Iraq, la Cina che schiaccia il Tibet non hanno nessun diritto morale di partecipare o di ospitare i Giochi Olimpici.
L’uomo non è più il centro delle Olimpiadi, le Nazioni hanno preso il suo posto.La grancassa mediatica delle medaglie e delle medagliette ci fa sentire più italiani, più messicani, più coreani. Più diversi. I migliori. Le razze elette."