mercoledì 18 giugno 2008

La trasgressione del dono per una Puglia migliore...

Sii il cambiamento che vuoi vedere realizzato nel mondo. (Gandhi)

Bisogna obiettare.
A cosa? All’idea che per vivere basti pensare a se stessi, scrollarsi delle responsabilità verso gli altri, isolare il proprio universo privato dalla realtà.
Non basta opporre una resistenza passiva a questa idea. Bisogna rompere gli indugi.
Mettersi di traverso alla stupidità di un mondo regolato dal principio egoistico.
Mettersi di sbieco alla banalità di una vita dominata dalla pulsione narcisistica.

Bisogna trasgredire.
E il dono di se è l’unica trasgressione veramente sovversiva, la rottura che rovescia i presupposti non gli effetti.
La vita non è forza e potere, carriera e denaro. C’è una ricchezza che separa e una ricchezza che unisce. La ricchezza di merci separa condizioni e destini. La ricchezza di relazioni congiunge persone e pensieri. Ricchezza è pienezza quando è una trama tessuta di relazioni donate. La pienezza che si avverte solo quando ricerchi il senso delle cose, di te stesso e degli altri. Di te stesso attraverso gli altri. Ci si scopre donandosi. Ci si situa donandosi.

Senza il seme dell’obiezione, il guscio del servizio civile diventa sterile.
Non produce frutti.
Perché continui a germinare cambiamento, il servizio civile deve sprigionare passione per gli ultimi, voglia di assumersi responsabilità solidali, urgenza di infrangere gli schemi invisibili dell’esclusione, sollecitudine per un futuro sostenibile e condiviso.
Il servizio civile non è solo un gesto privato ma anche un atto politico.
Riafferma che senza il dono di ciascuno nemmeno la società può più esistere.
Un gruppo di individui incapaci di mettersi in relazione, di prendersi reciprocamente cura, non diventa una società.
Il servizio civile è il contributo politico più efficace per evitare che i tessuti della società si disgreghino, e con essi le persone e le culture, verso forme di intolleranza e di violenza.
Insomma, si fa la scelta del servizio civile per invertire i parametri della propria vita, per guardarla con gli occhi degli altri, ma anche per rovesciare l’idea secondo cui basta farsi gli affari propri per fondare una comunità.

Prendersi cura della propria realtà, degli altri e, quindi, anche di se stessi, questa è l’obiezione che il servizio civile ha radicato nella storia.

Stiamo lavorando perché, nella nostra Regione, il servizio civile profumi del buon odore di giovani che scelgono di cambiare il territorio con l’arma più esigente ma più efficace della loro testimonianza. Cioè col lavoro su se stessi.
Perché è vero, solo cambiando se stessi si cambia anche la propria realtà.
Si rende più sensibile, attenta, aperta al futuro.
Non smettiamo di chiederlo agli enti, non dimentichiamo di esortarlo ai protagonisti.
Ora vogliamo alimentare il confronto integrando anche il servizio civile in questo sito.
La piazza dei bollenti spiriti si apre ai giovani volontari.
La ragione è semplice: solo giovani migliori possono fare migliore la Puglia.

da BollentiSpiriti
Guglielmo Minervini
Assessore alle Politiche Giovanili